Monday, July 27, 2009

Abitudini Alimentari...Mangiare Bene per Vivere Bene


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Tra i tanti luoghi comuni vi è quello secondo il quale gli Italiani mangiano bene. E' senz' altro vero che in Italia si trova una varietà di cibi di qualità straordinaria ma è altrettanto vero che, per diversi motivi, i prodotti di qualità entrano raramente nel quotidiano dell'alimentazione di massa. Gli italiani mangiano per consuetudine male e mediamente non vi sono molte differenze rispetto al livello degli altri popoli europei e occidentali. Tant'è vero che i supermercati a cui attinge la massa sono più o meno tutti uguali, dal Nord al Sud Italia passando per il Centro...in barba alla famosa varietà di cucine regionali. E sono uguali ai supermercati che si trovano ovunque in Europa ed oltre. Veri templi della stupidità di massa in cui le multinazionali dell'agrobusiness smerciano le loro porcherie. Solo in Giappone ho visto mangiare generalmente e quotidianamente abbastanza bene. Di conseguenza i tassi di obesità crescono ovunque, soprattutto tra bambini e adolescenti, come si evince dagli studi dell' Ufficio Regionale Europeo della World Health Organization.

Rimanendo in Italia, l'assenza di cultura alimentare si manifesta essenzialmente nei seguenti modi:

1) Manca una cultura della colazione tant'è vero che milioni di italiani fanno colazione al bar. L'espressione è diventata gergale proprio perchè si tratta di consuetudo di massa. E chi non fa colazione al bar...fa comunque colazione all'italiana. Che significa spesso ingurgitare dolciumi, burro e marmellatine pessime, piene di zucchero. Nonchè cappuccini fatti spesso con latte a lunga conservazione che, per definizione, non è latte. Ed è davvero straordinario che venga prodotto e bevuto! Chi viaggia in bicicletta sa quanto sia quanto sia importante e come invece sia difficile alimentarsi correttamente al mattino: spesso bisogna convincere i gestori degli stessi agriturismi a preparare una colazione decente che sostituisca quella pronta di default.

2) La tradizionale struttura del pasto italiano basato sul rituale del Primo, Secondo e Contorno (con antipasto e dolce nei giorni festivi) si traduce in una gran quantità di piatti da lavare con conseguente consumo di acqua, gas, elettricità e tempo. Trionfano la pasta al sugo e la carne dunque i grassi cotti, tutte robe da evitare. Mentre le verdure, anzichè avere funzione centrale, sono appunto Contorno. E quelle insalatine da supermercato sono inoltre tristissime. Inoltre, il pranzo fa diminuire la produttività giornaliera perchè, come ho notato tante volte, dopo pranzo la gente è colta dal classico abbiocco, dunque non studia e non lavora. Il pranzo va fatto al mattino presto altrimenti il giorno è improduttivo. Negli antipasti e nei pasti poi si mescolano troppe proteine e così il popolo spesso digerisce male. Mangia male e consuma farmaci. Che costano e avvelenano.

3) Non esiste una cultura diffusa delle spezie e delle erbe che dovrebbero essere pilastro dell'alimentazione. Pazienza per le spezie d'Oriente ma il popolo manco conosce più le erbe dei campi mediterranei.

4) Fatta eccezione per alcune zone costiere e alcune città portuali, non esiste una cultura diffusa del pesce tant'è vero che se ne mangiano solo alcuni tipi e sempre troppo cotti o bruciati. La massa poi è schizzinosa e butta via la testa ed anche la pelle del pesce. E' contenta di comprare pesce che costa molto mentre il pesce piccolo che costa poco è il migliore e si mangia facilmente crudo. E' ancora abbastanza diffusa l'espressione gergale andare a mangiare il pesce al ristorante alla domenica proprio perchè per tutta la settimana il popolo mangia gli spaghetti e la bistecca, dunque ogni tanto vuol fare qualcosa di originale ed evadere un pò. Soprattutto se vive in condominio.

Naturalmente è possibile alimentarsi bene spendendo anche poco. E' una questione di cultura e di organizzazione quotidiana. Coltivare un orto è cosa magnifica, elemento determinante per vivere bene. In tempi di crisi, tanti ne hanno scoperto l'importanza. L'orto è un microcosmo, quanto più è confuso tanto più è ricco di biodiversità. E' bello lasciare mescolare le piante, vedere spuntare ogni anno la rucola selvatica in angoli sempre nuovi. In città la vita è ovviamente più difficile ma sono oramai molti gli urbani che hanno deciso di comprare i prodotti direttamente da chi produce saltando gli assurdi anelli dell'intermediazione. Chi mangia meglio spende meno e produce anche meno rifiuti. La standardizzazione del cibo e dei consumi è causa ed effetto insieme di pratiche agricole intensive, inquinanti e clima alteranti. Qualche settimana fa è apparso un bell'articolo di Lisa Hamilton con focus sui rischi dell'attuale sistema agricolo USA imperniato sulla triade grano, soya, mais. I consumatori avrebbero il potere di imporre un ritorno alla diversità produttiva se richiedessero prodotti diversi...ceci, lenticchie, miglio e tanti fagioli, porri e tanti pomodori. Peperoncini e aglio. Coltivati laddove vengono mangiati.

Le buone pratiche alimentari dovrebbero essere un pilastro del vivere bene. Ci sono poi da sfatare diversi pregiudizi che diventano luoghi comuni: secondo uno di questi, i prodotti organici (biologici, si dice in Italia) oltre a costare molto, sono piccoli e brutti. I due pomodori nella foto pesano rispettivamente 670 e 780 grammi, sono belli ed erano squisiti. Sono solo un esempio. Per raffronto, la foglia di basilico è lunga 14cm.

Ricca raccolta e prospera estate.

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